Biografia – Roby Facchinetti nasce a Bergamo il 1° maggio del 1944. La sua famiglia è semplice e solida come nelle migliori tradizioni dell’Italia che sa costruire e costruirsi e oltre a circondarlo di affetto gli dona valori concreti permettendogli al contempo la libertà di inseguire i suoi sogni che fin da subito hanno un nome ben preciso, la musica. Del resto Roby è nipote d’arte, il nonno era compositore e direttore di un coro polifonico. Il piccolo Camillo (vero nome di Roby) inizia così a suonare a quattro anni, cimentandosi con un organetto a bocca. E attraverso questo piccolo strumento ha la folgorazione definitiva: “Lì ho capito la magia di comunicare tramite uno strumento”, racconta. “E ho capito che quella doveva essere la mia vita: del resto amavo andare alla Messa perché rimanevo incantato dal suono dell’organo. Ho iniziato a servire le funzioni apposta per avvicinarmi ad esso…” A sei anni per Roby è già tempo di lezioni ufficiali di fisarmonica, dal Maestro Ravasio, e quando impara la scala di Do con tutti i suoi valori, e pure il solfeggiarla in un’ora di lezione, è chiaro che sarà musica per tutta la vita. Tanto che Ravasio lo dice subito, sornione, alla mamma di Roby: “Mi sembra di sapere cosa farà questo bimbo da grande…”
Il pianoforte, il suo “vero” strumento, Roby lo incontra poco dopo, a dieci anni e già a undici sulla tastiera inizia a comporre, rafforzando la propria voglia di vivere suonando, pensando e magari anche dirigendo musica. Agli studi però Roby abbina una sana gavetta, lavorando in numerosi gruppi e girando l’Italia con loro. E dopo un veglione di inizio estate sul terrazzo del Grand Hotel di Rimini, viene scritturato per un’intera stagione a La Stalla di Riccione, uno dei locali più importanti della metà degli anni Sessanta. Nel marzo del 1966, mentre suona con Pier Filippi e Les Copains, conosce il neonato gruppo dei Pooh (nato a Bologna da un’idea di Valerio Negrini) che gli propone di sostituire il tastierista inglese Bob Gillott, nella band per pochissimi mesi. Così che Facchinetti entra nei Pooh e debutta con loro al Moulin Rouge di Cattolica (senza fare prove!) mancando in pratica solo il 45 giri d’esordio della band. Una band di cui sarà colonna portante, compositore principale e – a partire dal 1974, con brani quali “Credo” e “Oceano” – anche la voce solista più riconoscibile, a marchiare a fuoco successi immortali molti dei quali peraltro scritti da lui stesso con Valerio Negrini (“Dammi solo un minuto”, “Chi fermerà la musica”, “Non siamo in pericolo”, “Uomini soli” portata a vincere Sanremo, e nel mondo con la voce di Dee Dee Bridgewater).
Il compositore Facchinetti, che nel tempo lavora anche con grandi interpreti (Riccardo Fogli, Milva, Marcella, Fiordaliso) crea con i Pooh il genere inedito per l’Italia del pop-rock sinfonico, fondendo gusto per la melodia, studi classici e intuizioni personali moderne. Sono infiniti i capolavori scritti da Roby per e con i Pooh, sulle liriche dell’amico Negrini ma anche di Stefano D’Orazio. E infinite sono le canzoni sue che con la band approdano nelle hit, oltre a quelle già citate basti pensare a “Piccola Katy”, “Pensiero”, “Tanta voglia di lei”, “Nascerò con te”, “Noi due nel mondo e nell’anima” (incisa anche da Mina), “Linda” (che spopola anche all’estero come primo successo di Miguel Bosé), “Rotolando respirando”, “Notte a sorpresa”, “Cosa dici di me”, “La mia donna”, “Se nasco un’altra volta”, “Giorni infiniti”, “Tu dov’eri”, “Senza frontiere”, “La donna del mio amico”, “Amici per sempre”, “Dimmi di sì”, “Il cielo è blu sopra le nuvole”, “Puoi sentirmi ancora”, “Ascolta”, “Amica mia”, “Vento nell’anima”.
La sua verve di compositore dal gusto classico lo porta poi a scrivere suite e strumentali che danno ulteriore originalità ai Pooh, rappresentandone per molti i vertici assoluti: tra i numerosi titoli a suite, classicheggianti o moderni, spiccano “Parsifal”, “Il tempo una donna la città”, “Opera prima”, “Alessandra”, “Padre del fuoco padre del tuono padre del nulla”, “Se sai se puoi se vuoi”, “L’ultima notte di caccia”, “Grandi speranze”, “Inca”, “Domani”, “Questo sono io”, “Dove comincia il sole”. Tra gli strumentali, “Viva”, “Mediterraneo”, “Quinta stagione”, “Concerto per un’oasi”, “Forse ancora poesia”, “La gabbia”, “Risveglio”, “Odissey”, “Fantastic fly”: questi ultimi quattro scritti come colonne sonore di fortunati sceneggiati Rai. Nella produzione di Roby con i Pooh spiccano poi anche esperimenti particolari, come “Solo voci” a cappella o piccoli gioielli di solismo adatti al piano e voce quali “…In concerto” e “Ali per guardare, occhi per volare”.
Dopo la scomparsa prematura di Valerio Negrini, Roby con i Pooh dedica all’amico il live di “Opera seconda”, realizzazione del sogno comune di rileggere la band con orchestra sinfonica: faccenda che valorizza ulteriormente la cifra compositiva di Facchinetti, il quale recupera per l’occasione brani come “Sara nel sole”, “Quaderno di donna”, “E’ bello riaverti”, “Eleonora, mia madre”, “Infiniti noi”, sottolineando ulteriormente la sua personalità artistica.
Con i Pooh, e soprattutto seguendo gli stimoli testuali di Stefano D’Orazio, Roby ha infine esplorato anche la composizione per la scena teatrale. Realizzando coi colleghi “Pinocchio” (musical tra i più importanti della storia italiana, approdato perfino a Broadway) ed “Aladin”, e da compositore unico le partiture di “Zorro”.
Da solista Roby realizza due album. Il primo, “Roby Facchinetti”, esce nel 1984 e mescola suoni moderni all’orchestra, tra significativi episodi strumentali (“Holiday Inn”, “L’anno della tigre”) e canzoni che colpiscono (“Due belle persone”, “Gente di scena”). Il secondo, “Fai col cuore”, viene pubblicato dieci anni dopo, sempre con orchestra sinfonica ma con un’attenzione maggiore a sviluppare melodicamente la forma canzone: per firmare gioielli dai testi raffinati quali “Vivrò”, “Anima e corpo”, “Perché non si vive per sempre”, “Più di un giorno in più” e la goliardica “Facciamo una canzone”, autobiografia del duo Facchinetti-Negrini nella quale torna a cantare dopo ventitre anni (e purtroppo per l’ultima volta) anche Valerio Negrini. Di recente Roby ha anche composto brani per colonne sonore di documentari di spessore, come quello dedicato a Leonardo da Vinci; inoltre ha composto canzoni legate alla propria esperienza di fede, come l’“Alleluja” dedicato nel 2000 a Giovanni XXIII in occasione della sua beatificazione.
Ma la musica invade la vita di Roby anche fuori dal palco. Sul fronte classico (anzi lirico), le sue passioni sono Verdi, Rossini, Puccini, Donizetti e Mascagni. Sul piano del rock predilige Elvis, Beatles, Stones, le band che cambiarono la musica nei ’70 (Genesis, Yes, Emerson Lake & Palmer), e poi ancora Stevie Wonder, Police, Michael Jackson e le voci di Barbra Streisand e Diana Ross. In Italia si dirige verso il cantautorato d’alto bordo (Paoli, Endrigo, Tenco, De Gregori, De André, Baglioni) come verso il grande pop tricolore a volte virato nel rock (Celentano, Mina, Vasco, Eros, Zucchero, Tiziano Ferro).
Oltre la musica non c’è comunque poco. C’è una famiglia, costruita ed amata sull’esempio dei suoi genitori, da quasi trent’anni sostenuta con Roby dall’affetto e dal calore dell’amata moglie Giovanna e con cinque eredi: Alessandra, Valentina, Francesco, Roberto e Giulia. Alessandra (che cantò con Roby da bimba in un brano di successo, “Din din din”) ha lanciato il nome Facchinetti nel mondo della moda a livello universale; mentre Francesco ha condiviso la passione del padre per la musica con dischi di grande eco a livello giovanile e un’avventura sanremese addirittura con papà Roby al fianco.
Poi c’è l’Atalanta, per cui Roby ha composto e cantato due inni ufficiali (“Atalanta Azzurra” e “Dea”), ma anche una simpatia per il Milan, tradizione di famiglia, e… per l’Inter, in modo da non deludere del tutto l’interista Francesco. C’è lo sport praticato, ogni mattina alle sette jogging e poi palestra, per curare il corpo e favorire l’ispirazione. C’è l’amore per la buona cucina e soprattutto la passione per i vini, di cui è intenditore e tra i quali consiglia i rossi (che contengono i tannini anticancerogeni) e gli italiani (grazie alle nostre leggi, tutti di qualità garantita). I vini li colleziona anche: in cantina Roby allinea oltre 2500 bottiglie, prevalentemente da invecchiamento, o provenienti da produzioni minori ma di sicuro pregio. Naturalmente, dice lui ridendo, prima o poi le berrà tutte: ma solo con gli amici, ed ovviamente senza mettere mai a repentaglio la lucidità dell’ispirazione.
Infine (ma è anch’essa per Roby passione totalizzante) c’è il cinema: dallo stravisto “La valle dell’Eden” dell’idolo James Dean all’arte di Pasolini, da Brando, Nicholson e De Niro a Sordi e Totò, dal Neorealismo di De Sica ai sogni di Fellini.
Tutte faccende, queste, che in qualche modo comunque rimandano al centro musicale della vita di Roby Facchinetti. Giacché aiutano, stimolano e favoriscono un’ispirazione costante, variegata e feconda: che da qualche mese, fra un tour e l’altro, sta sviluppandosi anche dentro il terzo progetto solista di Roby, un disco per lui molto sentito ed importante previsto in uscita il 18 Marzo 2014 dal titolo “Ma che vita la mia”.
Roby Facchinetti ha vinto il Premio Mia Martini “Alla carriera”, che ha ritirato a Bagnara Calabra (Reggio Calabria) il 4 ottobre 2014. Il premio è stato istituito a memoria della cantante nella città che le diede i natali.
Sempre nel 2014 il famoso rapper americano 50 Cent ha inserito nel suo ultimo singolo “Everytime i come around” la parte strumentale di “Io e te per altri giorni”, canzone dei Pooh composta da Roby Facchinetti e Valerio Negrini e contenuta nell’album del 1973 “Parsifal. 50 Cent e’ uno dei rapper più famosi e importanti a livello mondiale. Il suo produttore Quincy Jones, e’ tra i musicisti più celebrati di sempre, specie nell’ambito della black music, nonché produttore di altri grandi artisti tra cui Michael Jackson.
Il 2015 si apre con la partecipazione in veste di coach, insieme al figlio Francesco, alla trasmissione televisiva “The Voice of Italy”, ricevendo anche una nomination come personaggio televisivo dell’ anno. Il programma è andato in onda dal 25 febbraio al 27 Maggio giorno della gran finale, dove il cantante capitanato da Roby e Francesco, Fabio Curto, ha vinto la terza edizione di “The Voice of the Italy”.
Roby ha anche realizzato in questo periodo una breve sit-com in collaborazione con Francesco “I Facchinetti’s”, interpretando dei divertentissimi ruoli.
Durante l’ estate Roby ha partecipato come ospite speciale nei prestigiosi concerti “Parsifal.. e Un po’ del mio tempo migliore”, che vedevano sul palco una grandissima orchestra sinfonica e diversi cori, per un totale di 180 elementi, diretti magistralmente dal maestro Leonardo Quadrini.
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